venerdì 28 settembre 2007

Foggia, 13enne stuprata da coetanei























Due ragazzi di 13 anni di San Severo (Foggia) sono stati segnalati alla Procura dei minorenni di Bari con l'accusa di stupro di una coetanea. I due, che erano insieme alla ragazza e ad altri amici in centro, hanno rubato il cellulare della giovane. Accompagnata da una coppia di amici, ha tentato di farselo restituire, ma è stata costretta a seguirli in una zona buia fuori città, dove sarebbe avvenuto lo stupro.
Il furto del cellulare quindi, da cui tutto è scaturito, sarebbe stato solo l'espediente adottato dai ragazzini per attirare la tredicenne nella loro trappola. Uno "scherzo" iniziato in gruppo, mentre si trovavano con altri coetanei in centro città. Quando la ragazzina ha tentato di farsi restituire il telefono, i due presunti stupratori si sono allontanati dal gruppo, costringendola a seguirli in una zona buia fuori città. Qui, secondo quanto accertato dagli agenti, i due prima di restituirle il maltolto l'avrebbero costretta a un rapporto sessuale con loro. L'hanno quindi minacciata perché non raccontasse l'accaduto e l'hanno obbligata a promettere che si sarebbero incontrati di nuovo. Una volta tornata a casa la ragazzina si è però sentita male e i genitori l'hanno accompagnata al pronto soccorso. Qui i medici, resisi conto di quanto poteva essere successo hanno avvertito il commissariato di polizia. Gli agenti hanno avviato le indagini e anche con la collaborazione degli altri ragazzini che erano nel gruppo, sono riusciti a identificare e a segnalare alla procura minorile i presunti autori della violenza.





E BASTA!!!!
NON NE POSSO PIù... POSSIBILE CHE DUE RAGAZZINI DI 13 ANI INVECE CHE PENSARE A GIOCARE CON LA PLAY, PENSINO DI VIOLENTARE UNA LORO COETANEA?? PER FAVORE SMETTIAMOLA DI MANDARE AI RAGAZZI MESSAGGI DISTORTI ED ERRATI (BASTA CON LE PUBBLICITà "D&G" CHE SIMLUANO STUPRI DI GRUPPO) BASTA PARLARE E STRAPARLARE DI SESSO IN TV.

FAMIGLIE, CERCATE PER QUANTO PIù VI è POSSIBILE DI AIUTARE E SEGUIRE I VOSTRI RAGAZZI/E, LA COMUNICAZIONE è PIù IMPORTANTE DI QUELLO CHE CREDIATE...

BASTA EPISODI DI QUESTO TIPO
A.

(tutti i diritti sulle immagini sono di proprietà esclusiva dell'autore delle stesse)

mercoledì 26 settembre 2007

VIOLENTATA PER 10 ANNI: DUE ARRESTI


Milano,in manette patrigno e conoscente

La polizia giudiziaria di Milano ha arrestato due uomini con l'accusa di aver violentato per dieci anni una bambina ora 16enne. In manette sono finiti il padre adottivo della ragazza, un 75enne, e un amico di quest'ultimo, un 50enne. La serie di violenze sessuali e abusi, iniziata quando la piccola aveva 6 anni, sarebbe durata sino all'aprile del 2007. L'ordinanza di arresto è stata firmata dal Gip Luisa Savoia.
La bambina ha vissuto quindi dieci anni di violenze sessuali, vessazioni fisiche e psicologiche, in balìa di un vecchio che le faceva da padre che l'ha terrorizzata da quando lei aveva meno di 6 anni e lui 65, mentre la 'matrigna' non vedeva o fingeva di non vedere. Poi, è comparso un maturo vicino di casa che lei aveva creduto amico e che, invece, l'ha violentata anch'egli. L'indagine è emersa proprio in seguito agli ultimi episodi di violenza subita dalla ragazzina fuori casa. La giovane aveva instaurato con il cinquantenne, che incontrava tutti i giorni, un rapporto di amicizia. Ma lui, approfittando della situazione e della debolezza della ragazza, l'ha costretta in due occasioni ad avere rapporti sessuali con lui. L'ultimo risale ad aprile. L'adolescente non ancora sedicenne si era poi confidata con una cugina che l'aveva convinta a denunciare l'uomo. Ma, nel suo resoconto, aveva parlato solo delle violenze subite dal vicino, tacendo quelle del 'patrigno', che evidentemente la traumatizzava. Ma, nel corso dell'inchiesta, nei colloqui con le psicologhe, è emersa la verità più agghiacciante: che la giovane era vittima di abusi del patrigno da quando aveva 5-6 anni. Cioè quasi subito dopo essere stata affidata a una coppia di parenti perché rimasta orfana di madre. Per anni, quello che un investigatore ha definito ''un vero padre padrone'' l'aveva sottoposta a violenze fisiche e psicologiche, minacce e vessazioni. Un anno fa la ragazzina aveva persino tentato di togliersi la vita. Ora l'uomo è accusato sia di violenza sessuale pluriaggravata che di induzione al suicidio. Indagata a piede libero per omissione nell'esercizio della patria potestà anche la "matrigna" che, secondo gli inquirenti sarebbe stata a conoscenza degli abusi senza mai denunciarli. La ragazza nel frattempo sarebbe stata affidata a parenti "sicuri" ed è costantemente assistita da psicologi.



Mi dispiace per tutto il male che ti è stato fatto e per l'indifferenza che ti ciorcondava che non ha permesso a nessuno di aiutarti prima.... ora sei al sicuro... un abbraccio

A.

lunedì 24 settembre 2007

Gb, bimbo accoltellato a morte


Ferita la sorella, arrestato il padre
Un bimbo di 4 anni è stato accoltellato a morte e la sorella di 14 è rimasta gravemente ferita in un paesino inglese. Lo ha riferito la polizia del West Yorkshire, nel nord dell'Inghilterra. Per il duplice reato sono state arrestate due persone. Un portavoce del commissariato ritiene che non si sia trattato di un'aggressione casuale. Secondo la stampa britannica, uno dei due arrestati sarebbe il padre delle vittime.
Dell'uomo si sa solo che ha 47 anni. E' accusato, assieme all'altro uomo, di omicidio.Il bambino è stato trasportato d'urgenza nell'ospedale di Huddersfield (West Yorkshire), ma è deceduto poco dopo. La sorella è ricoverata nella stessa struttura con profonde ferite da arma da taglio al petto e allo stomaco. "Siamo una famiglia unita - ha dichiarato lo zio dei bambini - e siamo distrutti". Dalle prime valutazioni degli inquirenti la tragedia sembra maturata in ambito familiare.
"Siamo tutti molto scioccati. E' una cosa terribile", ha detto Paul O'Shea, un uomo che vive a Slathwaite, nel West Yorkshire, vicino alla casa dove si è verificato il fatto.
Negli ultimi mesi sono stati numerosi gli omicidi per accoltellamento. A farne le spese, nelle strade, sono stati soprattutto teenager.
Fonte www.tgcom.it

PAURA A MILANO


Una bambina tiene testa ai banditi
Attimi di terrore in una villa di Parabiago, nel Milanese. Quattro uomini, armati e incappucciati, hanno assaltato l'abitazione di un odontotecnico, aggredendolo e minacciandolo insieme alla moglie a alla figlia di 8 anni. Dopo essersi fatti aprire due casseforti ne cercavano una terza, e proprio la piccola lei li ha convinti che non esisteva e li ha fatti desistere: "Non c'è un'altra cassaforte, ma vi posso dare i miei giocattoli".
Erano le 23.40 di sabato quando Roberto Zecca, 47 anni, ex pilota di auto GT, è uscito di casa per andare a gettare i rifiuti in un bidone in giardino. "All'improvviso - racconta - me li sono trovati davanti: quattro energumeni tra i 25 e i 35 anni. Parlavano correttamente l'italiano, ma avevano un'inflessione tipica dei paesi dell'Est". Erano armati e mascherati con sottocaschi neri da moto. "Mi sono saltati addosso, e poiché d'istinto ho cercato di divincolarmi mi hanno dato due pugni in faccia". Pistola puntata alla tempia, l'uomo è stato costretto a entrare in casa, ad aprire due casseforti e a consegnare orologio e gioielli per un valore di circa 50mila euro. "Gli ho dato tutto quello che avevo, ma loro volevano i quattrini. Però non è mia abitudine tenere contante in casa, se non per le piccole spese''.Zecca e la moglie sono stati legati e minacciati per rivelare la posizione di un'inesistente terza cassaforte, ma la coraggiosissima bimba della coppia è riuscita a tenere testa ai banditi. "No, adesso vi dico io, basta che voi lasciate vivi me, il mio papà e la mia mamma", ha detto la piccola ai banditi. "E siccome i quattro non mi lasciavano parlare - ricorda Zecca - la bambina si è rivolta alla mamma chiedendole se avevamo la terza cassaforte". La donna ha negato e quindi la bambina, rivolgendosi ai rapinatori, ha fatto una proposta: "Noi non abbiamo un'altra cassaforte, ma se volete vi posso dare i miei giocattoli".Un bandito è parso stare al gioco: "Ma sono vecchi o nuovi?", ha domandato. E lei: "Sono vecchi, perché ci ho giocato". E il rapinatore: ''Allora non so che farmene''. Ma mentre la bimba discuteva con i banditi, sul cellulare di uno di loro è arrivata una chiamata (quasi certamente da parte del palo che aveva notato una pattuglia delle forze dell'ordine in zona) che li ha fatti fuggire."Prima che intervenisse mia figlia - conclude l'odontotecnico - le cose si stavano mettendo veramente male. Mia figlia è una grande, ci ha salvato la pelle".

Fonte http://www.tgcom.it/

BRAVA PICCINA!!! :) Anna

UNISCITI A ME: LOTTA AGLI ABUSI SUI BAMBINI

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